Basta ingorghi, basta code al semaforo, basta bestemmie mattutine contro il ciclista che non rispetta lo stop. O almeno, così vorrebbero farci credere. La GAC Group ha lanciato sul mercato, con tanto di preordini aperti, il Govy AirCab, un veicolo volante che promette di portarci nell’era dei viaggi “aria-terra integrati”.
Sembra il titolo di un convegno sull’urbanistica del futuro, ma è la pura e semplice realtà, o quasi. Presentato al Hong Kong International Auto and Supply Chain Expo, questo “coso” a due posti, con un design che urla “futuro” da tutti i pori (il rotore sul tetto e le porte ad ala di gabbiano non passano inosservate), è l’ultimo ritrovato per farvi sentire un po’ come George Jetson, ma con meno capelli e forse più ansia da prestazione.
Il prezzo, giusto per i curiosi o per i nababbi annoiati, si attesta intorno ai 217.000 euro (1,68 milioni di yuan per la precisione). Una cifra che vi farà riflettere se sia meglio un terrazzino con vista o un velivolo che, per ora, serve per il “turismo a bassa quota”. Sì, avete capito bene: non per andare al supermercato, ma per fare il giretto panoramico sopra casa. Non è un caso che altre aziende, come Xpeng AeroHT con il suo “Land Aircraft Carrier” (un nome che è tutto un programma), stiano correndo ai ripari.
La “low-altitude economy” è il nuovo mantra, e tutti vogliono un pezzo di questa torta volante. Ma tra l’entusiasmo per il nuovo giocattolo e la realtà dei fatti, c’è un abisso. E per ora, ci tocca continuare a fare la coda, almeno fino al 2026.

Il sogno in volo: il Govy AirCab e i suoi dettagli che contano
Diamo un’occhiata a questo Govy AirCab, senza farci prendere troppo la mano dal luccichio delle promesse. Si tratta, in fondo, del primo veicolo volante multi-rotore prodotto in massa dalla GAC, e a quanto pare è pronto per la catena di montaggio. L’hanno sviluppato in casa, non si sono affidati a chissà quale mago esterno.
Una delle cose che vi farà sgranare gli occhi è la ricarica: basta una spintarella di 25 minuti per avere il pieno, e dal 50% al 100% ci vogliono appena 15 minuti. Una velocità che farebbe impallidire anche la vostra auto elettrica più prestante, non trovate?
Il segreto sta nelle batterie “cilindriche ad alta densità”, ci dice CnEVPost, una rivista cinese specializzata. E dentro? Ah, lì si fa sul serio: rete 5G (così potete guardare l’ultima serie tv mentre volate), assistente intelligente che vi parla (speriamo non vi chieda di mettere la freccia in cielo), selezione di fragranze (per non sentire l’odore di bruciato se qualcosa va storto, battuta pessima lo so), controllo della temperatura e musica a piacimento. Praticamente un salotto volante, ma senza il divano, visto che è a due posti.
E per la sicurezza?
I tizi di GAC hanno pensato in grande: sistema di volo e navigazione ridondante, monitoraggio continuo e persino un’auto-ispezione basata sul cloud. Sembra che abbiano messo più sistemi di sicurezza qui che nelle cabine di pilotaggio degli aerei di linea.
Il telaio, poi, è un vero gioiello di tecnologia: carbonio, tanto carbonio. Più del 90% della struttura è in fibra di carbonio di grado aeronautico, che ha permesso di ridurre il peso di oltre il 30% (come specificato anche da JEC Composites). E non è tutto: ha un sistema di guida intelligente L4 con una potenza di calcolo che supera i 500 TOPS e un raggio di rilevamento che va oltre i 300 metri.
La chicca? Il design “separabile” della cabina di volo dal telaio stradale. Possono viaggiare insieme o per conto proprio. Dite la verità, questo vi fa tirare un sospiro di sollievo: se il motore fa i capricci, almeno potete staccare il pezzo che vola e continuare in macchina. E la precisione è quasi maniacale: la rotta è garantita con una precisione di ±0.1°. Tutto questo per un’autonomia di 30 chilometri, pensata, come accennato, per il “turismo a bassa quota”. Diciamo che il giro del palazzo è assicurato, ma per andare in vacanza forse è meglio l’auto di famiglia.

Tra certificazioni e concorrenza: la corsa al cielo del Govy AirCab
Ora, non pensate di prenderlo domani e farvi un giro sopra il Duomo. Il Govy AirCab sta ancora sudando sui banchi di prova, in attesa della certificazione di aeronavigabilità.
GAC Group ha un piano ben preciso: iniziare le operazioni dimostrative già entro la fine del 2025 nell’area della Grande Baia di Guangdong-Hong Kong-Macao e puntare a completare certificazione e consegne di massa entro la fine del 2026.
Questo ci fa capire che il cielo non è ancora così libero come lo dipingono nei depliant.
E la concorrenza?
Ah, quella è agguerrita, come in ogni mercato che profuma di soldi facili. Xpeng AeroHT, ad esempio, con il suo “Land Aircraft Carrier” (vi avevo detto che il nome è tutto un programma) si propone con un prezzo di circa 265.000 euro (2.07 milioni di yuan), anch’esso con l’obiettivo di iniziare le consegne nel 2026.
Non sono gli unici. La “low-altitude economy” è un affare da trilioni, e tutti ci si stanno buttando: Geely e Changan, per dirne un paio. Deng Chenghao, CEO di Deepal Automobile (che è una filiale di Changan), ha dichiarato che completeranno i test di volo della loro auto volante entro la fine del a2025. Insomma, si stanno attrezzando.
La GAC, d’altronde, non è nuova a queste incursioni aeree: a dicembre 2024 hanno lanciato ufficialmente il marchio Govy e, contestualmente, il loro primo prodotto eVTOL, il Govy Airjet, che è stato anch’esso esposto all’evento di Hong Kong.
La Cina, per inciso, sta spingendo parecchio su questo settore, con l’idea di dare un’accelerata all’economia “a bassa quota”. L’unica azienda quotata in borsa in questo campo, per ora, è Ehang, che ha già consegnato centinaia di suoi EH216-S eVTOL. Questo ci dice che non siamo di fronte a semplici prototipi da esposizione, ma a una vera e propria corsa all’oro (e al cielo).
Un futuro (forse) a bassa quota
Alla fine dei conti, avete visto, il Govy AirCab è qui, è reale, e si può preordinare. Ma è per tutti? Forse no.
Il prezzo, come ogni cosa che promette di cambiarvi la vita, non è esattamente quello di una bicicletta elettrica. E l’uso, per ora, è relegato come detto a un “turismo a bassa quota”, un po’ come fare un giro in elicottero ma con un mezzo che potete tenere in garage (ammesso che abbiate un garage abbastanza grande).
Ci propinano l’idea di un futuro dove i cieli saranno attraversati da un balletto di veicoli personali, ma la realtà ci riporta sempre con i piedi per terra, o quasi. Magari, tra qualche decennio, potremo davvero dire addio al traffico e sorvolare le code come un tempo facevamo con le pozzanghere.
Fino ad allora, possiamo continuare a sognare e a guardare in alto. Sperando che i cinesi non siano gli unici a fornirci l’illusione di un mondo dove l’ingorgo è solo un brutto ricordo. Nel frattempo, noi, con i nostri piedi per terra e la nostra auto che, ahimè, non spicca il volo, continueremo a maledire il semaforo rosso e il ciclista che non rispetta lo stop.
Magari un giorno, invecchiati e un po’ più disillusi, potremo permetterci un giretto sull’AirCab. Un giro breve, certo, giusto il tempo di vedere la casa dall’alto e tornare a mettere i piedi nel traffico.
L’articolo Addio ingorghi, si vola: il Govy AirCab è qui (per pochi eletti) è tratto da Futuro Prossimo.
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