Nel 1914, quando l’Europa stava per precipitare nell’abisso della Grande Guerra, un visionario inglese pubblicava un romanzo che avrebbe anticipato una delle scoperte più terrificanti del ventesimo secolo. H.G. Wells, con “The World Set Free” (“La Liberazione del Mondo”), non solo immaginò l’esistenza delle bombe atomiche trent’anni prima di Hiroshima e Nagasaki, ma predisse con inquietante precisione le conseguenze devastanti dell’energia nucleare.
Quando la scienza incontra l’immaginazione
Wells dedicò il suo romanzo a Frederick Soddy e alla sua opera “The Interpretation of Radium” del 1909. Soddy, premio Nobel per la chimica nel 1921, aveva scoperto insieme a Ernest Rutherford che il decadimento radioattivo sprigiona quasi un milione di volte più energia di una reazione chimica tradizionale. Questa rivelazione scientifica colpì profondamente lo scrittore, che vide immediatamente il potenziale catastrofico e rivoluzionario di tale energia.
Le bombe atomiche del futuro immaginato
Nel romanzo, Wells descrive una guerra apocalittica che inizia negli anni ’50. Sbagliò di pochi anni: aveva previsto il 1956, non immaginando che la Prima Guerra Mondiale sarebbe scoppiata pochi mesi dopo la pubblicazione del libro. I piloti lanciano dalle loro cabine aperte le “bombe atomiche” (termine coniato proprio da Wells) su intere città, riducendole in cenere.
Questi ordigni, alimentati dal fittizio elemento “Carolinum”, non esplodono istantaneamente come le bombe convenzionali, ma creano “un’esplosione continua e fiammeggiante” che dura settimane, lasciando i campi di battaglia contaminati da radiazioni per decenni.
Profezie radioattive
La descrizione che Wells fa di queste armi è straordinariamente profetica: “Mai prima nella storia della guerra c’era stato un esplosivo continuo… e queste bombe atomiche erano strane persino agli uomini che le usavano.”
Lo scrittore immaginò non solo gli effetti immediati delle esplosioni nucleari, ma anche le conseguenze a lungo termine delle radiazioni, descrivendo zone rese inabitabili per anni e “centri di raggi scomodi” sparsi per i campi di battaglia.
L’utopia dopo l’apocalisse
Ma Wells non si limitò a profetizzare la distruzione. Con la lungimiranza che lo caratterizzava, previse anche come l’energia atomica avrebbe potuto liberare l’umanità dalla scarsità di risorse, fornendo energia pulita, illimitata e a basso costo.
Nel suo futuro immaginato, dopo la devastazione nucleare, il mondo si unisce in un governo mondiale per prevenire future catastrofi, dando vita a un’utopia basata sull’abbondanza energetica.
Dalla fiction alla fissione
Il romanzo non passò inosservato nel mondo scientifico. Il fisico ungherese Leó Szilárd lo lesse nel 1932 e ne rimase profondamente influenzato. Quando nel 1938 venne scoperta la fissione nucleare dell’uranio a Berlino, Szilárd ricordò immediatamente le parole di Wells:
“Tutte le cose che H.G. Wells aveva predetto mi apparvero improvvisamente reali.”
Fu proprio Szilárd a concepire l’idea della reazione nucleare a catena e a spingere Einstein a scrivere la famosa lettera a Roosevelt che portò al Progetto Manhattan.
Il futuro inizia dalle pagine di un libro
Così, in un singolare intreccio tra fantascienza e realtà, le visioni di Wells non solo anticiparono il futuro, ma contribuirono a crearlo. “La Liberazione del Mondo” rimane una testimonianza straordinaria della capacità della letteratura di immaginare (e talvolta di ispirare) le trasformazioni più radicali della nostra civiltà, ricordandoci che il futuro, nel bene e nel male, spesso inizia nelle pagine di un libro.
L’articolo La liberazione del mondo: H.G.Wells ‘vide’ la bomba atomica è tratto da Futuro Prossimo.
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